Nel Marzo 1983, sul canale NipponTV, faceva il pieno di ascolti Star Tanjõ! - un talent simile a X Factor - dove candide minorenni seducevano il pubblico
È stato presentato in anteprima assoluta l’anno scorso durante la rassegna cinematografica dell'Altro Giappone al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.Il documentario Kanpai di Lorenzo Fodarella è un lungo viaggio fatto di incontri, scambi e racconti. Guidati dal loro amico ed importatore Hisato Ota, Antonio e Daniela di Gruttola, vignaioli del sud Italia, partono per il loro quarto viaggio in Giappone.La prima tappa è Matsuyama, dove incontrano Hiroki Fukuoka, nipote del celebre Masanobu, che condivide con loro la sua personale interpretazione del pensiero del nonno, a partire dal concetto di Mui shizen “Vivere in simbiosi con la natura”. Masanobu Fukuoka, infatti, non si limitò a promuovere un metodo di agricoltura “naturale” ma, agli occhi del nipote, volle istruire le nuove generazioni ad uno stile di vita migliore, volto a riportare la natura alla sua perfezione originaria, prima che l’intervento dell’uomo la deturpasse.Attraverso le tappe successive vedranno da vicino alcuni esempi di aziende e realtà “naturali”, finalizzate alla produzione di alimenti più sostenibili dal punto di vista degli sprechi e qualitativamente superiori a quelli della concorrenza. Ad esempio, visiteranno uno stabilimento per la produzione di salsa di soia e miso la cui innovazione principale sarà un ritorno alla tradizione, evidente in scelte poco funzionali dal punto di vista delle quantità prodotte, come lunghe fermentazioni e materie prime scelte accuratamente. Allo stesso tempo, però, questo “svantaggio” per l’azienda permetterà, a detta del produttore Kajita Shoten, di ottenere il risultato più importante: “Far gioire il cuore e il corpo delle persone”.Un altro esempio sarà a Fukuoka, in uno stabilimento per la produzione di Shochu, un distillato tradizionale giapponese prodotto principalmente nel Kyushu. Qui le materie prime saranno talmente importanti da essere autoprodotte dallo stabilimento stesso, attivando un ciclo di riciclo infinito in cui gli scarti della produzione verranno utilizzati come fertilizzanti.Terminate le visite ai vari stabilimenti, dopo aver alzato i calici e aver brindato esclamando “Kanpai!” (equivalente del nostro “Cin”), Antonio e Daniela avranno un confronto finale con la loro guida sui vini “naturali”. In particolare, presi dalla curiosità scaturita dal viaggio appena terminato, chiederanno chiarimenti sulle modalità attraverso cui riconoscere un vino naturale e uno ordinario.Hisato Ota in questa occasione, risponderà loro con una riflessione che sembra quasi la morale dietro questo lungometraggio.Magari visivamente non ci sarà possibile riconoscere un vino naturale da uno comune, ma è proprio per questo che dobbiamo imparare a vedere anche ciò che non riusciamo a vedere, cercando di diventare parte della natura stessa.(via laltrogiappone) L'Altro Giappone è diventato distributore internazionale di Kanpai. Il Documentario è stato inserito nella selezione ufficiale del Festival LIFT- OFF di Sydney, online dal 15 novembre al 13 dicembre 2021.Qui sotto l'intervista di GiapponeTVB a Lorenzo Fodarella e Daniela di Gruttola. Il viaggio continua.Gtvb
Michael, Marco e Paolo erano i miei compagni di classe delle elementari con cui facevo comunella. Sembravamo i 4 moschettieri. Ci piacevano i transformers, bisticciavamo per chi doveva essere il leone nero del Voltron e una volta fummo cacciati dall’oratorio per istigazione alla violenza. Michael, che era il più tecnologico del gruppo, aveva registrato la sigla di Ken Shiro, quella italiana, interpretata da Claudio Maioli. Non era una canzone spensierata che si poteva ascoltare in mezzo a preti, suore e fanciulli timorati di Dio. Ken Il Guerriero iniziava con quel “Mai, mai scorderai, l’attimo, la terra che tremò”. Città post apocalittiche e paesi governati da tiranni erano per noi luoghi perfetti dove sguazzare e Ken il nostro profeta “sceso come un fulmine dal cielo”. Don Giustino ci sentì cantare come pazzi in mezzo al campo da calcio e mentre Paolo e Marco imitavano i combattimenti dei bruti deformi del cartone animato, il nostro adorato prete ci ruggì in testa le sue sentenze. Avevamo portato il demonio nella casa di Gesù. Che poi alla fine, se ci pensate bene, Ken era veramente un Salvatore, certo usava dei metodi poco ortodossi, non porgeva l’altra guancia, piuttosto te la faceva saltare insieme al setto nasale e ai bulbi oculari, però era sensibile e giusto, con i suoi sopracciglioni giganti e poco curati e le sue cicatrici a forma di Orsa Maggiore. E mentre Ken cercava la sua Giulia lasciandosi dietro un tappeto di sangue e viscere, io e i miei amichetti mendicavamo puntate dai nostri genitori, che arrabbiati per la nostra performance irriverente, ci avevano punito con la più terribile delle torture: niente televisione fino all'Apocalisse. Per anni ci siamo chiesti come sarebbero finite le avventure di Ken, Raoul e Toki. Poi ci siamo persi di vista, le scuole medie ci hanno diviso, la cresima aveva messo fine all’obbligo del catechismo e le televisioni smesso di trasmettere “Hokuto no Ken”. Io ero orfano delle sue mosse finali e di quella battuta “tu sei già morto” che era veramente teatrale, ma cazzo mi faceva venire i brividi fino al perineo, altro che quei noiosi dei Masters of the Universe. Ho aspettato Ken per anni, ma non è mai arrivato a salvarmi, manco una cartolina dalla lontana scuola di Hokuto. Per me Ken non era quello del fumetto di Buronson e Tetsuo Hara. Per me Ken è quello di Masami Suda, character designer dell’anime insieme a Kouki Nakamura. Mi ricordo il suo nome nella sigla e con gli anni l’ho visto apparire sui social. Così un giorno ho provato a scrivergli. Ho fatto tradurre una breve lettera dalla mia amica giapponese e poi gliel’ho inviata su Messenger. Mi ha risposto dopo un’ora, dicendomi che ero molto bravo con i Kanji e che sperava di tornare presto in Italia. Non gli ho detto che era tutto merito di Mia san, però mi è bastato. Masami Suda è scomparso il 1 Agosto, nel mese delle stelle cadenti. Non ci siamo mai incontrati, ma sicuramente ha lasciato una grande eredità al mondo e quel modo di essere gentile che era nascosto anche negli occhi di Ken. Gtvb
I giochi di Tokyo2020 sono finiti. La fiamma olimpica si è spenta, ma con l'Associazione L'Altro Giappone, prima che i riflettori si spegnessero, siamo riusciti ad agganciare Marco Balich, Senior Advisor della Cerimonia inaugurale di queste Olimpiadi.Se volete sapere come mai non c'erano i Pokemon a ballare nello stadio seguite questa intervista.E poi aiutatemi a trovare il colpevole!!Grazie a L'Altro Giappone e a Pio d'Emilia. Gtvb