Ve l’ho già detto che sono in un Hotel bellissimo a Nishi-Shinjuku che si chiama Keio Plaza e che mi sento un principe coccolato da gentilissime giapponesi?
Ogni volta che alzo la cornetta del telefono in camera arriva subito qualcuno per esaudire un mio desiderio, ma siccome non riesco mai a capire cosa dicono ringrazio e chiudo la porta.
Oggi Onitsuka Tiger mi ha regalato una guida.
Ebbene sì una guida tutta per me, pronta per ogni mia richiesta. Non vedo l’ora. Spero conosca ogni segreto del Giappone e che mi sveli anche il mistero dello spettrale Tunnel Inunaki.
È una galleria che si trova a Miyawaka, nella prefettura di Fukuoka. È uno dei luoghi più paurosi del Giappone, dove fu ritrovato il corpo carbonizzato di un povero ragazzo vittima di bullismo.
Da allora è diventato meta di curiosi amanti del turismo macabro, ma non tutti sanno che mille anni fa qui si addestravano buddisti esoterici perché credevano che quel terreno fosse un ritrovo di anime perdute.
Forse sto esagerando? Meglio chiederle dove posso trovare dei souvenir a buon mercato per le zie.
Oggi è il mio ultimo giorno a Tokyo e mi sembra la fine del mondo. Ma sono certo che la mia guida personale riuscirà a renderlo indimenticabile.
Ho appuntamento nella Hall alle 9 in punto, ma prima una bella colazione abbondante.
Io non ho mai capito perché ovunque ci sia un buffet la gente “esce pazza”.
Ho visto signore eleganti infilarsi nel décolleté Onigiri e padri di famiglia riempire di zuppa di miso gli zaini dei loro figli.
Suvvia siamo a Tokyo mica nel Deserto del Gobi.
Alle 8:50 eccomi ad attendere con trepidazione il mio cicerone.
Mi hanno scritto nella mail che indosserà un cartello con il mio nome.
E mentre scrutavo come un Terminator chiunque passasse sotto il mio naso eccola apparire dal nulla, come la maga Chappy.
“Ciao sono la tua guida per Tokyo, piacere Yumiko, ti ho riconosciuto dai baffi, cosa vuoi vedere?”
“Buongiorno Signora Yumiko”
“Chiamami pure Yumiko san”
“Ok”
“Cosa vuoi vedere?”
Che carina Yumiko san, assomiglia a Miss Pony di Candy Candy, parla molto bene l’italiano e indossa dei mocassini con l’Air sul tacco. È Guida ufficiale di Tokyo e Kyoto, ma con un pagamento extra ti può portare fino in Hokkaido e impegnandosi anche a casa di Sailor Moon.
Ha una giacca marrone e appeso al collo il tesserino, peccato per il cartello con il mio nome: c’è scritto Gabriela. (manco fossi un’attrice di telenovelas messicane)
“Vuoi andare al tempio Senso Ji?”
“Sta parlando del tempio costruito nell’anno 645? Ogni anno, circa 20 milioni di persone visitano questo luogo dedicato alla dea Kannon! No, grazie. L’ho già visto!”
“Vuoi andare alla Tokyo Tower?”
“Quella costruita nel 1958 sulla copia della Torre Eiffel? Quella dipinta di bianco e arancione internazionale per rispettare le norme di sicurezza aerea? No, grazie. L’ho già vista!”
Poverina. E’ diventata una guida frustrata in trenta secondi.
E io spocchioso che cerco di rubarle il mestiere.
Non sapendo cosa dire ha iniziato a raccontarmi dei centri commerciali fuori dalla stazione di Shinjuku.
“Questo Grande Magazzino appartiene ad azienda di linea ferroviaria e vende prodotti tecnologici”
“Interessante!”
“Questo invece è pieno di ristoranti e negozi dove fare shopping”
“Me lo segno subito sulla mia agendina”
“Domani tu prendi Shinkansen Nozomi per Kyoto giusto? Sai cosa vuol dire Nozomi?”
“No! Posso comprare una vocale?”
“Non vuol dire vocale, significa speranza”
“Guardi che era una battuta”
Devo smetterla di fare il borioso. Solo che non capisce nemmeno il mio umorismo.
Yumiko san cammina veloce, meno male che indossa un foulard fucsia in testa, così riesco a visualizzarla nel delirio della stazione di Shinjuku.
“Dove vuoi andare allora?”
“Mi piacerebbe visitare un museo”
“Non preferisci andare ad Akihabara?
“
“No!”
“Ma ci sono le ragazze del Maid Caffè”
“Non m’interessano”
“Hai qualche domanda da farmi?”
“Sì…perché secondo lei delle ragazzine si devono mortificare vestendosi da cameriere sexy facendo dei versi da gatto in un bar?”
“Non so, questo è molto strano anche per me”
Abbiamo scelto insieme il Tokyo National Museum.
Perché dice che ci sono un sacco di cose interessanti sulla storia del Giappone e perché è stato progettato da un famosissimo architetto.
“Questo è stato progettato da grande architetto francese…Le Corocorgiè”
“Guardi che il National Museum of Western Art che è stato progettato da Le Courbusier!”
“Sì quello!”
Iniziamo bene.
“Io faccio guida anche per i francesi”
“Io invece sono Catherine Deneuve”
“Ma non eri GabrielA?”
“Era una battuta!!!!!”
Ad accoglierti all’ingresso del Museo ci sono due Mascotte: una ragazzina vestita di rosa con una foglia verde in testa e una sorte di pene color nocciola! Voglio conoscere chi ha disegnato questi due personaggi, ma soprattutto chi ha accettato che diventassero i simboli di uno dei musei più importanti del Giappone.
Il Tokyo National Museum o come lo chiamano qui Tōkyō Kokuritsu Hakubutsukan è diviso in cinque padiglioni espositivi, tutti diversi tra loro.
Contiene oggetti, manufatti, stampe, ventaglietti e tante statuine di Budda.
ll Buddismo arrivò in Giappone nel VI° secolo dopo Cristo dalla Cina, che lo avevo adottato dall’India. Ma ad attenderlo c’era Hello Kitty che distrusse tutti i buoni propositi dell’illuminato paffutello e lo trasformò in un prodotto cross media. Ora puoi trovare anellini, cover del telefono, cartoni animati, fumetti, pasticcini, adesivi, pupazzetti e quant’altro tutti dedicati a Siddhārtha.
Io sono appassionato dei Kakemono ( o anche chiamati Kakejiku) che sono dei delicati dipinti che si appendono al muro e che in caso di trasloco puoi arrotolare comodamente. La mia nervosa guida me li ha tradotti così:
“Ti piacciono? Sai come si chiamano? In italiano direste scorrimento pensile”
“????”
“Hai capito?”
Io ne ho a casa uno, molto carino con disegnato un topino e una lunga scritta. Me lo ha regalato un mio amico, che lo ha comprato in un paese sperduto in Giappone. Dice che è molto antico e che lo ha pagato un sacco di soldi.
Perché lo ha dato a me? Perché sua madre è molto religiosa e pensa che quelle scritte siano dei rituali demoniaci per far apparire portali infernali e permettere a Lucifero di arrivare sulla terra.
Io l’ho appeso all’ingresso. Speriamo che Belezebù bussi prima di entrare. :-P
Il Tokyo National Museum riempie gli occhi.
C’è tutto quello che vorresti vedere del Giappone antico. Si contano qualcosa come 11.000 oggetti fra armature di Samurai, maschere del teatro Noh, katane, piattini, pettinini, gioielli, statuine, bicchieri, teiere, tric & trac, bombe a mano e magliette di Maradona. :-P
Qualche Natale fa avevo regalato a mia madre un prezioso portagioie giapponese rosso con incastonati fiori e foglie in madre perla. Lo avevo pagato un occhio della testa e il negoziante mi aveva detto che era appartenuto alla sorella del cugino della moglie dell’Imperatore.
Ora credo che sia in cantina ad ammuffire sepolto sotto il Presepe e la collezione di Vhs della Storia della Seconda Guerra Mondiale.
L’estetica giapponese è veramente capace di provocarti la Sindrome di Stendhal.
Poi però c’è sempre una Guida che arriva a salvarti.
“Qui c’è saletta con collezione dei gadget del cugino dell’Imperatore”
“Sta scherzando vero?”
“No, lui è morto”
“Poverino”
“Loro hanno messo qui?”
“C’è la mummia del cugino del re?”
“No, collezione dei suoi tesori”
I cinque nomi dei padiglioni del Tokyo National Museum sono uno sciogli-lingua: Honkan, Toyokan, Hyokeikan, Heiseikan e Horyu-ji Homotsukan.
Il mio preferito è il The Gallery of Horyuji Treasures, perché ha un’architettura iper moderna, ma al suo interno racchiude oggetti antichissimi, appartenuti al Tempio Horyuji di Nara.
“Ti piace museo?”
(Che odio quando ti fanno queste domande scontate che presuppongono risposte positive.)
“È molto bello”
“Vuoi visitare sala Kimono che è molto interessante e ti fa capire tante cose di questa cultura millenaria”
“Sono passate tre ore, direi che sono a posto”
“Hai domande da farmi?”
“
“Se una signora inciampa con il kimono poi riesce a rialzarsi?”
“Questo me lo sono chiesto anch'io, ma non ho mai visto”
Sta impazzendo! Vorrebbe raccontarmi diecimila cose, ma non riesce a trovare nessun argomento.
Mi sa che sto tirando la corda.
"Vuoi farti foto davanti a scodella di ramen?"
"Vabbè se ci tieni..."
“Sai quanti abitanti ha Tokyo?”
“Più o meno 14 milioni?”
“E in quante zone è divisa?”
“23”
“Vabbè allora infila biglietto qui…”
Infastidita dalla mia aria da sapientino ha passato tutta la giornata a dirmi dove ficcare il biglietto della Metro e a tradurmi i cartelli.
“Ricordati di stare a sinistra sulle scale mobili”
“Ok!”
“Lascia libero il passaggio a destra”
“Ok”
“Non parlare al cellulare in carrozza metro”
Da Miss Pony si è trasformata in quella scorbutica della Signorina Rottenmeier.
“Hai domande da farmi?”
“Lei è religiosa?”
“No! Molti giapponesi si ricordano di religione solo a capodanno, funerale e matrimonio. Vuoi che ti porto altro Museo?”
“Andiamo a quella dello fotografia!”
Altro giro, altra corsa. Siamo finiti ad Ebisu, uno dei quartieri più alcolici di Tokyo. Non a caso c’è il Museo della Yebisu beer.
“Conosci questa zona? Vuoi farmi domande?
“
“Certo! E’ nota per la birra!”
“Come lo sai?”
“Camminano tutti dondolando”
“Chi?”
“Era una battuta!!!!
Il Garden Ebisu Center è una specie di centro commerciale con palazzoni altissimi e un parco finto per passare una bella domenica con gli amici finti. :-P
La mia Guida non ha saputo consigliarmi un ristorante decente e per punizione mi ha fatto assaggiare un panino special di Burger King.
Il Museo della Fotografia è sicuramente una meta che non devo mancare se venite a Tokyo.
Soprattutto perché le guide non sono accreditate. :-P
Dai scherzo!
Mentre Yumiko mi aspettava seduta su una poltrona io mi perdevo fra le immagini di Shimooka Renjō, uno dei primi fotografi professionisti giapponesi.
Poi preso dal senso di colpa sono uscito, perché non volevo far aspettare troppo la mia Guida.
Siamo stati insieme tutto il giorno, appiccicati come due sardine. Lei tentava in tutti i modi di rendersi utile, ma io facevo resistenza, forse perché in fondo la invidiavo. Credo che far scoprire a uno straniero la bellezza del proprio paese, raccontargli ricordi e storie buffe sia uno dei lavori dei sogni.
Yumiko mi ricorda una mia zia scorbutica, che però vuoi sempre vedere, perché sai che ogni volta ha qualcosa da offrirti, oltre che alle caramelle Rossana e alla Coca Cola sgasata.
E così appena mi ha visto uscire dalla mostra mi ha sorriso, forse aveva capito le mie buone intenzioni.
Forza Yumiko, dai il meglio di te.
“Dove vuoi andare adesso?”
“Mi piacerebbe visitare Harajku, non l’ho mai vista!!” (che falso che sono!!!!!!!)
“Io ti porto, così ti faccio vedere la via dove stanno le ragazze vestite strane come Cosplay e tutti i negozi alla moda”
“Che bello! Non vedo l’ora!!!!”
“Dietro Harajuku c’è il tempio Meji Jingu Mae che è molto interessante e sta in mezzo al parco di Yoyogi”
“Non lo sapevo!!! “
“Poi puoi visitare Omotesando che ci sono tante marche italiane…tu compri marche italiane?”
“Come no! Sono sempre all’Oviesse!”
“E’ stilista famoso?”
Durante il viaggio in treno, ci siamo raccontati un po’ la nostra vita. Mi ha detto che le sue scarpe sono dell’Asics, che ha una linea classica, ma con tecnologia sportiva, che prima faceva l’insegnante di lingue, ma ora preferisce parlare del suo paese agli stranieri. Sembravamo degli amici di vecchia data.
Il suo tempo è scaduto alle 17. Proprio davanti alla Stazione di Harajuku.
“Allora io vado”
“Non vuoi rimanere ancora qualche minuto? Ti offro un caffè”
“Io devo andare. Grazie e buon viaggio a Kyoto. Ricorda di vedere tempio d’oro!”
E senza neanche voltarsi è sparita fra la folla.
Gtvb