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TOKYO GROTESQUE

La metro di Tokyo chiude più o meno a mezzanotte e i giapponesi corrono come i matti per non perdere l’ultimo treno che li porterà a casa. 
Inciampano, le ragazze si spezzano i tacchi e cadono, alcuni pattinano come atleti fra la folla. Come centometristi allenati arrivano alla meta e il loro ritorno al nido è garantito, prima che il mezzo di locomozione si trasformi in una ciotola di ramen. 😛

Ore 23.51

La marcia verso il vagone della linea JR Shibuya – Shinjuku è composta e veloce.
Chi prenderà per primo il posto a sedere?
La coda si allunga e scalpita alla vista del treno dei desideri. L'ultimo treno. Quello che attraversa la notte e che tornerà al deposito prima di ricominciare il suo giro all'alba.
E’ pieno zeppo. Se lo perdo, mi toccherà dormire in qualche Manga Cafe o peggio farmela a piedi.
Pronti, partenza…aspetta, il vagone davanti a me è vuoto. Perchè?
Si apre. Tutti entrano ed escono subito urlando e imprecando al cielo.
Fatemi passare scemi, non vedete che gli altri vagoni sono pieni?  Venite con me schiocchi impiegati, non fatevi ingannare dagli occhi dolci delle ragazze del Venerdì sera che stanno pigiate nelle altre carrozze.

Niente, nessuno mi ascolta. 

Vabbè io entro, poi non andate a dire in giro che sono petulante, se non volete ascoltarmi fatti vostri.
Però non voglio essere insistente, ma perché tutti cercano di entrare a fatica negli altri vagoni? 
Ma cos’è questo odore di brodo e bile?
Eppure i treni giapponesi sono abbastanza puliti, hanno anche i sedili riscaldati, ottimi contro le emorroidi. 😛
Cos’è questa sensazione di viscido sotto i piedi?

Cristo! Chi ha vomitato dentro il treno!!!???!!

Dev’esserci stato un esorcismo, perchè non ho mai visto così tanto contenuto gastrico tutto insieme.
Sopporterò la puzza, che devo fare? Ma piuttosto che stare pigiato con il salary man preferisco l’odore del rigetto.
Mi sono seduto bello comodo insieme a una specie di punk che mandava messaggi ininterrotti al cellulare.
A uno a uno i pendolari entravano e uscivano schifati, facevano le facce terrorizzate, si mettevano le mani davanti alla bocca e facevano finta di stare male.
Dio che versi. Cosa vuoi che siano 8 litri di pasta buttati qua e là.
Poi dalle scale ecco arrivare un’ ignara nipponica, che con uno scatto felino salta dentro il vagone pensando di essere la più fortunata dell'universo.
Peccato che scivola sulla chiazza di vomito.
I giapponesi sono noti per fare film di serie Z molto grotteschi e super trash.
C’è una scena di Naked blood del 1995 dove una tipa si frigge la mano e poi se la mangia come una tempura qualsiasi, oppure iconica è quella dell’ onirico e stravagante Mujin rettô di Katsu Kanai dove maschi scoreggioni collegano il loro ano con un tubo alla bocca di un altro compare e allegramente fanno un girotondo inalando gas intestinali.
La ragazza caduta nel vomito sembra uscita da questi bizzarro movie, si dimena urlando senza riuscire ad alzarsi.
Ovviamente nessun giapponese si è avvicinato a quella poverella che ormai tutta impanata di rigurgito cerca in qualche modo di rimettersi in piedi. Meglio guardarla soffrire, d’altronde in questa città sono in tanti e c’è una selezione naturale.
Mi sono avvicinato a lei trattenendo il fiato e ho provato a dirle di stare ferma perché così peggiorava la situazione, ma il panico non ti rende lucido.

Alla fine è riuscita a sollevarsi con l'aiuto dello spirito santo ed è fuggita in lacrime in bagno, con il suo trench comprato da Uniqlo e tutto pieno di spaghetti e pezzettoni di carne di maiale.
Ho continuato il viaggio guardando dal finestrino, perché il vagone ormai sembrava un quadro di Pollock

Shinjuku Station

Ma dov’ero un’ora prima?

In un karaoke non tanto economico, dove novellini al primo impiego cantavano come disperati il loro ingresso in società.
Fumavano ovunque, dentro la stanza del karaoke, nei corridoi, poi da trasgressivi buttavano le cicche per terra, tanto ci penserà l’inserviente pagato 1050 Yen l’ora a pulire. Così almeno c’era scritto sul modulo di recruiting esposto all’ingresso del locale.
Vieni a lavorare con noi, sarai sottopagato, ma ti divertirai un sacco a vedere gente impazzita ruttare, cantare e perché no, anche vomitare.
Invece di seguire il testo di Come as you are dei Nirvana guardavo dall'oblò della porta le tecniche di seduzione nipponiche. Una ragazza completamente ubriaca mostrava i seni a tutti i suoi colleghi, un' altra baciava un ragazzo mettendoci un pochino di lingua, un altro prima di entrare in ascensore appoggiava il suo membro sul sedere di una tizia, che disturbata, cercava di mandarlo via con il gesto che si fa per cacciare le zanzare.

Ma dov’ero due ore prima?

Guinea_Pig_Film_giapponese
Correvo per Shibuya cercando un bar con un bagno pulito, perché finalmente dopo quattro giorni di stitichezza il bambino stava per nascere.
Cosa scelgo? Il noto Doutor con la sua insegna gialla e nera, Caffè Veloce con le sue commesse bipolari o il Segafredo con i suoi errori grammaticali sul menù?

Non vi dirò chi ha il bagno più sporco, ma vorrei chiedere a quello che è entrato prima di me come ha fatto a scrivere con il sedere sulle pareti. Non perché io voglia emularlo, ma solo perché sono felice che questo paese mi stupisca ogni volta che lo vedo.
Quando i giapponesi si lasciano andare diventano divertenti e creativi, a modo loro.

Se volete incontrare il grottesco vi consiglio, ma senza emulare i protagonisti, la serie Guinea Pig, film horror a puntate tratto dai fumetti di Hideshi Hino, che pare abbia influenzato veramente un serial killer giapponese.
Onibaba le assassine storia di una donna di mezza età che, insieme alla nuora, depreda i cadaveri dei samurai per farci cose che non si possono scrivere.
Infine Tetsuo di Shinya Tsukamoto capolavoro anni ottanta della punk generation. Vi dico solo che il protagonista ha un pene-trapano.

Tetsuo_iron_man

Gtvb

Cover: ©Hideshi Hino
Foto Shinjuku Station ©Hiro 1962/©Nakedbllod/©ShonenShuppansha/©Tetsuo