Harajuku è il luogo perfetto dove spargere le ceneri di un fashionista. Se volete morire sereni e vestiti da fuori di testa, venite qui.
Ecco un racconto ancora attuale.
Buona lettura.
Piove!
Io e la mia amichetta Piera ci siamo alzati con tranquillità e abbiamo fatto colazione sempre al fianco del nostro coinquilino americano prolisso.
Oggi gli ho chiesto come sta la sua fidanzata e…ciao!
Ha iniziato a raccontarmi che prende lo Shinkansen tutti i giorni perché abita a due ore da Tokyo, che è stressata e che magari quando si ripiglia ci porta fuori a cena con lei.
La Piera non vede l’ora, piuttosto si fa tagliare un dito da uno yakuza!.
Mi sono comprato un ombrello trasparente al supermercato sotto casa. Mi sento un figo pazzesco, avantissimo. Poi ho scoperto che ce l’hanno anche i clochard in mezzo alla strada. Però il mio ha il manico viola, mentre quello dei senza tetto è bianco. Tiè!
Siamo andati ad Harajuku, il tempio delle lolite, dello streetwear e degli accessori.
La Piera, appena varcato il famoso arco di Takeshita dori si è trasformata nella “Ragazza Interrotta”, ma non contenta si è evoluta.
Ora è spaventosa!
Chiamatela “Lady Disturbia”.
Se la moda in Giappone dura 6 mesi o anche meno, nella testa di Lady Disturbia dura 30 secondi!
Passa con disinvoltura dalle calze degli Orsetti del Cuore per delinquentelle minorenni, a quelle di pizzo viola per le nane del circo Orfei.
In un negozio vorrebbe essere Miss Merletto campagnola e nell’altro una geisha sodomita!
Ma siccome piove ha voglia di K-way e stivali di gomma.
Non c’è giorno che non torniamo con un sacchetto a forma di pupazzetto!
La nostra spesa consiste in: cereali, latte, cioccolatini, calze, portachiavi, biscotti, calze, portachiavi, acqua, calze, portachiavi!
Non contenta l’ho portata da Kiddy Land, il paradiso dei giocattoli, dove non c’è traccia di un bambino, se non nel reparto oggetti smarriti!
Al piano terra ci sono tutte le chiavi usb, i portachiavi, le calze e il nostro amico Edamame!
Al secondo Hello Kitty e tutti i suoi amici corrotti.
Al terzo quello di Snoopy, che non se lo caga nessuno.
Al quarto i Lego e i peluche.
Al quinto gli infermieri che ti rianimano con l’elettroshock di Doraemon.
Al sesto mi sono perso.
Al settimo la Piera insultava le commesse perché ci mettevano 2 ore per impacchettare 49 elastici per capelli, 57 matite e 89 portachiavi!
“Guarda Gabry continuano a dire arigatou gozaimasu…ma Cristo si dassero una mossa!”
Mamma che carattere!
Ora se mi dite cosa ricordo di questo negozio posso dirvi solo che ad un certo punto ho perso il mio K-way!
Come si fa a perdere un giubbotto?
Così:
“Gabry, gli Orsetti del Cuore”
“Non c’è Mazinga!”
“Gabry, Hello Kitty narcolettica”
“Non c’è Mazinga”
“Gabry, il Mio Mini Pony”
“Non c’è Mazinga!”
“Gabry, dov’è il tuo K-way?”
“Me l’ha rubato Pikachu!”
Panico ai piani alti. Chi può avermi rubato il K-way appartenuto a mia mamma negli anni 70 e a Batman negli anni 60?
Siamo andati dal commesso e gentilmente gli abbiamo chiesto se avesse visto una specie di costume da pipistrello con maniche raglan e collo alto in cotone irlandese.
Sono state allertate tutto le commesse del quartiere e dopo cinque minuti il mio prezioso K-way è arrivato piegato come un origami, imbustato, igienizzato con tanto di biglietto con scritto: “oggetto ritrovato al terzo piano sicuramente appartenuto a uno straniero maldestro”.
Sono uscito più contento, ma senza nemmeno un pupazzino.
Lady Disturbia invece accusava dolori al basso ventre!
“Gabry torniamo a Kiddy Land che devo fare pipì?”
“Piera, quando sei in Italia non vai al Toys a cagare, andiamo in un bar!”
“Non ce la faccio più!”
“Ti prego andiamo in un bar, non voglio entrare più in quel negozio! Ho paura di perdere le mutande”
Siamo andati al Lavazza Caffè .
Mentre io gustavo la mia tazza di “moka cappuccino chocolate miruku mocha american bar all’amaretto”, dolce Piera faceva brillare altre tazze!
Quando va in bagno torna normale, sarà il cibo giapponese che la trasforma in riluttanti personaggi femminili?
Il nostro giro di shopping estremo è finito a Shibuya. Carichi come i Re magi ci siamo trascinati fino a casa a piedi. Abbiamo mangiato in un baracchino che fa delle polpette al gusto pokemon che sono la fine del mondo!
Stranamente oggi siamo arrivati a casa ad un orario decente. Abbiamo persino guardato la tv.
I film doppiati fanno molto ridere, perché non sono sincronizzati tanto bene con il labiale.
Il mio coinquilino americano contento di saperci vivi e vegeti ha iniziato ad asciugarci con discorsi pseudo filosofici sulla visione dei ciliegi, sulla loro fragilità, sull’ossessione che i giapponesi hanno per questo fiore.
Io per distrarlo rispondo sempre: “the cat is on the table”.
E lui ogni volta si gira a guardare il tavolo e ride.
Ora mi sta parlando della differenza fra una Guiness e una birra belga.
Nel frattempo la Piera, che si disinteressa dei nostri discorsi, parla con i suoi 340 portachiavi. A ognuno ha dato un nome.
Forse è meglio dormire. Il Giappone fa questo effetto, saranno le luci, i colori, le voci. Tutti si trasformano facendo uscire lati oscuri che non sapevano di avere.
“Gabry sei sveglio? E se comprassi le borse tipo kimono con su i gatti?”
Dopo dieci minuti…
“Gabry sei seveglio? E se comprassi le scarpe tabi che usano durante i Matsuri?”
Dopo altri dieci minuti…
“Gabry, sei sveglio?”
“Sì”
“Come mai?”
“Pensavo alla schiuma della birra Guiness!”
“E se comprassi un portachiavi per ogni mio parente? Giusto per fare un presentino?”
“Sì”
Dopo un’ora…
“Gabry, sei sveglio?”
L’ho minacciata di viziare la stanza con tutta l’aria alle polpette teriyaki che avevo in corpo! La mia rivoluzione inizia da dentro.
GiapponeTVB