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LA TERZA VOLTA (Overbooking)

“Se avete a che fare con una trilogia horror eccovi delle super regole per le trilogie.
Primo: avete un killer super sovrumano, non servirà pugnalarlo e neanche sparargli, praticamente nel terzo capitolo dovrete congelargli la testa, decapitarlo o farlo saltare in aria.
Secondo: chiunque, anche il personaggio principale, può morire.
Terzo: il passato tornerà a mordervi le chiappe.
Pensate di sapere tutto del passato?
Non è vero, il passato non è sepolto, anche i peccati commessi nel passato stanno per tornare, vi piomberanno addosso e vi distruggeranno. Quindi, concludendo, lasciate che vi dica... buona fortuna, Dio vi guardi. E per alcuni di voi, a presto. Perché le regole dicono che alcuni di voi non ce la faranno”
Diceva così il personaggio di Randy nel terzo episodio di Scream, quel film dove c’è il tizio con la maschera bianca che va in giro a sgozzare gli amici della protagonista, perché ahimè non riesce ad uccidere la protagonista.
Per il mio terzo viaggio in Giappone ho replicato la sceneggiatura del primo e credetemi è ricca di colpi di scena e storie grottesche.
Come nel Viaggio dell’Eroe, ci sono tutti i suoi alleati, dal Mentore al Messaggero fino al Mutaforma.
Sembra un film, ma è una storia vera. E come in Scream è iniziata con una telefonata.

“Ciao sono la tua amica giapponese Mia san”
“Guarda che lo so. Appare il nome sullo schermo del cellulare”
“Tu mattacchione”
“Mi porte buone notizie dal Giappone?”
“Volevo proporti un lavoro”

Io già sognavo di fare l’intrattenitrice con i baffi in uno dei peggiori locali a luci rosse di Kabukichō.

geisha

“Tu pazzo! Io volevo chiederti se vuoi guidare”
“Ma io non ho la patente internazionale”
“No, scusa! Ho sbagliato, intendevo fare guida turistica”

E così un altro dei miei piccoli sogni si è avverato. Finalmente potrò dare sfoggio del mio giapponese elementare e far scoprire a questi sconosciuti clienti i torbidi luoghi del Sol levante.
Mi hanno pagato il biglietto e la famosa “di aria” che l’ho sempre trovata una brutta parola, preferisco “servigio” o “vassallaggio” perché è un attimo lo switch da accompagnatore a giullare.
Ed è questo che vorremmo fare io e Mia san: far divertire!

Ora mi tocca trovare un complice, perché questo viaggio sarà lungo e pieno di ostacoli.
Ci vuole uno che abbia una sensibilità spiccata, una predisposizione al bipolarismo e che riesca a trasformarsi come faceva la mia amica Piera (QUI le sue avventure) a seconda del negozio in cui entrava.
Magari se avesse anche quella comicità tipica del sud e una punta di trasgressività nel sangue non sarebbe male.
Ma dove lo trovo uno così?

“PronDo amico, ti ricordi di me?”
“Marco ricordo anche a te che sui i cellulari si possono memorizzare i nomi”
“SenDi è vero che vai in Giappone?”
“Pare proprio di sì”
“Ti ricordi che dovevamo andarci insieme nel 2011 ma poi è arrivato il terremoto…lo Tsunami…Fukushima…bombe nucleari…pioggia di cavallette…”

L’ho trovato!!!!!
Marco per me è come un fratellastro, nato da una inverosimile relazione extraconiugale di mia madre con Lino Banfi. :-P
È bolognese, ha un cervello sopraffino e quel vago accento pugliese, poi è bravissimo a sostituire la P con la B e la T con la D e se ci mettiamo che i giapponesi non sanno dire la R la morale è che non capirò nulla.
Abbiamo passato mesi a costruire il viaggio perfetto. Gli avrò mandato centinaia di mail con link esterni a paesaggi maestosi e locali di dubbio gusto. Di notte mi sentivo con Mia san per preparare al meglio l’itinerario per i nostri clienti.
E infine ho trovato una casa bellissima per me e Marco, con un terrazzino per farci gli aperitivi al tramonto, i futon e la furoba, la stanza adibita all’ofuro, l’antica tradizione giapponese di purificazione del corpo e dello spirito.
Speriamo ci siano tanti saponi profumati. :-P
Nel caso non ci fossero li ruberò nell’Hotel dove staranno i miei clienti.

studente giapponese

Siamo partiti a metà settimana, con un volo diretto Alitalia.
Ahimè non ci ha accompagnato nessuno all’aeroporto e ci è toccato prendere il pullman insieme a degli stranieri chiassosi che puzzavano di sudore.
Mentre aspettavamo il turno per salire sull’Autobus, una giovane rom si è avvicinata per chiederci delle monetine.
Io avevo solo 10 centesimi, perché li avevo spesi tutti dal tabaccaio.
Non è stata molto gentile con noi e ha incominciato a lanciare malefici sulle nostre valigie.
Marco è molto superstizioso.

“Gabriè forse dovevamo darle di più”
“Ma ti giuro che avevo solo quella monetina o un pezzo da 50 Euro”
“Io le ho dato 10 Yen”
“Ma sei scemo? Cosa se ne fa di una valuta straniera a Milano?”
“Beh la può cambiare al Negozio del Cambio in Duomo”
“Guarda che vale 0,0761 Euro”

E così abbiamo passato per tutto il tragitto Milano – Malpensa a spargere sale grosso ovunque.
L’aeroporto è semivuoto, meno male. La fila al check-in è durata giusto 15 minuti.
Finalmente possiamo liberarci dei nostri trolley a buon mercato e aspettare con ansia che la hostess ci dia il posto a sedere, che sicuramente sarà vicino al finestrino con vista sull’ala, così morirò d’infarto durante il decollo.

“Mi dispiace il vostro volo è in Overbooking”
“E quindi?”
“Devo mettervi in lista di attesa e se qualcuno non dovesse presentarsi sarete i 12° a imbarcarvi”

Silenzio. L’aeroporto ha iniziato a muoversi al rallentatore, voci straniere entravano nel mio cervello prendendolo a cazzotti.
Non arriveremo mai in Giappone!

moustache japan

“Se non potrete partire oggi avrete una compensazione di 600 Euro, state tranquilli avete comunque dei posti riservati per il volo di domani. Vi pagheremo anche l’Hotel, il pranzo, la cena e la colazione. E voglio far fallire la Compagnia: vi offriamo anche l’accesso alla Lounge prima dell’imbarco”

Marco, che oltre ad essere superstizioso è anche un po’ avido, ha subito accettato senza consultarmi.

“La prego Signora Hostess, magari c’è un posto vicino ai bagni, oppure in business”
“Aspetti che controllo”

Mentre la guardavo smanettare al computer ho pensato agli strani eventi tipo il film Sliding Doors, dove perdi un mezzo di locomozione e ti succede qualcosa di assurdo.
E se venissimo dirottati in Corea del Nord?
Già mi vedo in carcere a cucinare Kimchi e a insegnare l’italiano ai compagni di cella.
Dio l’attesa. Diceva il filoso illuminista Gotthold Ephraim Lessing: “L'attesa del piacere è essa stessa il piacere”. Cazzate! Non è vero!
Io sto perdendo un giorno in Giappone per colpa di strane regole di prenotazioni. Ma perché?

“Mi dispiace ragazzi, ma siete gli ultimi due della lista e il volo è pieno”
“Quindi rimaniamo a terra?”

E Marco: “Quindi pigliamo i soldi?”

Mi è salita la febbre in meno di dieci secondi.
Depressi come se avessimo acceso un mutuo trentennale, abbiamo aspettato il piccolo Van per questo famoso Hotel, che non è quello di fronte all’aeroporto, ma uno nascosto fra le piste di atterraggio.
Questa la vista dalla camera:

cimitero malpensa

Ve l’avevo detto che era un film dell’orrore.
Abbiamo passato ore alla finestra ipnotizzati dal via vai di loschi figuri e vampiri dell’Altomilanese nel rudere di fronte.

casa degli spiriti
C’era quello con la valigia piena di rami secchi che entrava e usciva dal seminterrato, uno con una Mercedes di rappresentanza che nascondeva piccoli oggetti nella casella della posta e una donna con un sacchetto di carta di un noto brand fast fashion, che aspettava all’ingresso l’arrivo di qualcuno. Secondo me c’era una testa mozzata fresca di taglio.

“Gabry visto che stai male prenditi della Vitamina C”
“Ma ho già preso la Tachipirina”
“Zitto! E mentre ci sei fatti anche due pasticche di Zinco che aiuta il sistema immunitario”
“Vorrei solo del Benagol”
“E poi guardati un po’ di programmi trash su Mediaset Premium che aiutano a spazzare via le negatività”

Dopo aver cenato con prodotti surgelati e aver ingerito altre pastiglie di non so quale provenienza sono morto sul letto.
La mattina però ero un fiore.

“Prendi queste essenze di spirulina, aiutano l’organismo a ritrovare il benessere”
“Ma hai uno spaccio di medicinali nella borsa a mano?”
“Vuoi del Supradin?”
“Hai per caso del Cebion?”
“Certo! Gusto arancia o frutti di bosco?”

Ultimo saluto a mia mamma prima di passare il controllo bagagli e poi è iniziata la pazzia del Duty Free.
Marco ha incominciato a girare come una trottola tra la Farmacia e il reparto sigarette e alcolici.
Sembrava uno di quegli americani dei telefilm polizieschi che bevono Whiskey e ingeriscono psicofarmaci come Zigulì.
Stiamo per imbarcarci. Meglio andare in bagno, così mi levo il pensiero.
Ma chi è quel signore in nero che mi sta seguendo?

scream

Vi ho fatti spaventare vero?

Gtvb

Dimenticavo… Non vi dico cosa ci siamo mangiati nella Lounge di Alitalia. Ricordavamo quei parenti affamati che ai matrimoni si lanciano sul buffet.
Ma come dice Marco: “Mè, prendi è gratis!!!!!”