Allora è proprio l'ultimo giorno. Tra poche ore un aereo mi porterà a casa e in una settimana dimenticherò l'odore dei Konbini e di tutti i the che ho assaggiato in questa vacanza.
Mi sono alzato praticamente all'alba perché volevo vedere sorgere il sole dalla finestra e illuminare la stazione. 0_o
Nonostante sia in un 4 stelle ho una vista deprimente, ma il Giappone è capace di trasformare anche un bidone della monnezza in qualcosa di magico, se poi è illuminato con della luce naturale diventa veramente strabiliante.
Lo so, sto perdendo tempo. Forse meglio andare a fare il check out.
Saluto con gentilezza il concierge che contraccambia dicendomi che i miei baffi sono molto belli.
Volevo fargli notare che le signorine che rifanno le camere continuavano a ridere quando mi incontravano vicino all'ascensore, ma ho evitato l'incidente diplomatico.
È che in Giappone non si vedevano baffoni così dal 1933 (cliccate QUI per vedere chi è stato il giapponese con i più grandi mustacchi dell'Asia)
Al solo pensiero di mettere piede nella stazione di Kyoto mi trema l'elastico dello slip.
E infatti il mio treno non c'è!
Panico.
Posso perdere l'aereo e vivere senza visto nel Kansai come clochard o fuggire via nave in Corea del Nord e insegnare italiano in una scuola finta vicino al 38º parallelo.
Magicamente un controllore appare vicino a me.
"Stai per caso cercando il treno per l'aeroporto di Osaka?"
"Sì! C'era scritto binario 5, ma il tabellone ora dice che non c'è più"
"Lo hanno spostato in un altro binario"
"E come lo trovo adesso?"
"Ti accompagno io distratto gaijin"
Che gentilezza. Ha lasciato la sua postazione è mi ha portato direttamente al binario giusto, che era dall'altra parte dell'Universo e sicuramente non lo avrei mai trovato.
"Arigatou Signor controllore"
"Ma come fai a mangiare con quei baffi?"
Dio che domanda insolente! :-P
Posso dire addio definitivamente a Kyoto.
Qui sotto potete vedere il mio check out dall’Hotel. :-P
L’aeroporto del Kansai è una piattaforma enorme costruita sul mare a metà degli anni 90.
Gli ingegneri, i tecnici, Pikachu e i costruttori avevano calcolato un piccolo cedimento della struttura da lì a 50 anni, niente di serio. Beh in neanche un lustro l'aeroporto ha iniziato a perdere i colpi, lo rivelava 20 anni fa il settimanale Shukan Bunshun. Non so come siano messi oggi, ma questa notizia non mi rallegra per niente.
Che io dico, con tutti i posti che ci sono, dovevate per forza costruirlo sull'acqua? L'ultima volta che è arrivato un tifone si sono allagati tutti i gate e le sale d'attesa.
E se arriva una bufera mentre sto consegnando la carta d'imbarco?
Meglio spendere tutti i miei risparmi al duty free. Come ultimo desiderio un bel profumo scontato del 20%. Peccato che una mandria di cinesi compulsavi non me l'abbia permesso.
Erano in coda alla cassa prima di me, saranno stati una quindicina. Sembravano quegli americani pazzi che durante il Black Friday assaltano i centri commerciali, manco fosse in arrivo un apocalisse zombie.
Guardate che scherzavo sul tifone! Qui siamo al sicuro. E poi l'aeroporto l'ha progettato Renzo Piano, mica Hello Spank!
Questo più o meno il dialogo che ho compreso:
Cinese: "Queste trenta stecche le pago io, mentre le altre 20 mio padre. Le 40 scatole di dolcetti al the verde le divido con mia cugina"
Commessa
giapponese: "????
"
Cinese: "Ripeto prendo trenta stecche e le pago io, mentre le altre 20 le paga mio padre. I dolcetti ce li smazziamo io e mia cugina!"
Commessa giapponese: "Conto unico?"
Ecco perché si detestano.
Ho mollato il mio profumino da 60 ml e me ne sono andato.
Alla fine se ci penso sono stato bene in questo paese di matti. Quando si ritorna a casa non vedi l'ora di condividere, ma in pochi giorni tutto ritorna normale, nessuno ti domanda più come è andato il viaggio e la malinconia ti assale quando trovi nella tasca uno scontrino.
Ma il Giappone è capace di lasciarti un ultimo ricordo al gusto di cioccolata con granella di coraggio.
Guardate cosa ho visto sul treno mentre andavo in aeroporto:
È la Meiji Chocolate Factory di Takatsuki.
Nata nel 1926 ha mantenuto inalterato il suo gusto e la sua grafica, sfidando le potenze delle merendine con una tradizionale tavoletta a più gusti.
E poi trovala nel mondo una fabbrica più bella di questa. Puoi farci anche la gita.
Alle elementari mi hanno portato alla Galbani, che non è la stessa cosa.
Allora arrivederci Giappone, tieniti in forza durante la mia assenza e salutami Godzilla!
Gtvb
Foto Cover: © Folcart