Finalmente a casa.
Il viaggio con Yasu (QUI e QUA) ha messo a dura prova la nostra psiche.
Ora possiamo dormire in un letto pulito, non temere piattole e tarme e soprattutto bere dai nostri bicchieri.
La mia compagna di viaggio Piera non ha voluto lavarsi nei bagni dell’hotel, per via delle muffe e dei licheni sulle pareti. (per rinfrescarvi cliccate QUA)
"Gabry, ho la secchezza ovunque…”
“Non voglio sapere niente dei tuoi problemi femminili”
“Cretino! Volevo dire che ho la pelle secca e avrei bisogno di una crema idratante”
“Nel frigo c’è del Wasabi”
“Pirla!”
Anche la nostra coinquilina inglese è andata via per il weekend, ma lei ha speso di più.
Ci ha lasciato un biglietto sul frigorifero con scritto “Ciao ci vediamo Lunedì sera, sono a Saipan”
Io le ho risposto “Beata te, dev’essere bella la Cina”
Speriamo torni con qualche souvenir trash di cattivo gusto.
La sua camera sembra un’installazione di Hello Kitty, ogni volta che si apre la porta c’è un oggetto ( a forma di Hello Kitty) che miagola grazie a un sensore sofisticatissimo del movimento.
Non potete capire quando va a pisciare di notte, senti “miao”, poi il rumore dello sciacquone e poi di nuovo “maio”.
Sembra che stia affogando gattini nel water.
“Gabry ho bisogno di fare shopping e di un negozio di cosmetica non molto caro. Cosa puoi consigliarmi?”
“Volevo portarti al Museo della Scienza”
“Ti ho detto che mi sto screpolando tutta!”
“Che ne dici di Nakano Broadway?”
“Ci fanno i musical?”
Nakano Broadway è una sorta di complesso commerciale e per complesso intendo quell’insieme di determinati fattori psichici che si formano e fissano durante la vita infantile e che derivano da situazioni emotive caratterizzate da un insanabile conflitto di sentimenti contrastanti.
Tra la Stazione, la via commerciale Sunmall e Broadway si contano centinaia di negozi, che ti chiedi come fanno a sopravvivere tutti quanti.
Ok che Tokyo è una delle città più popolose al mondo, ma non è che vengono tutti qui a fare shopping.
È un po’ anni 80, la qualità dei vestiti non ricorda le boutique di Omotesando, i negozi di bigiotteria farebbero scappare persino quella tamarra di mia cugina, ma quello che rende speciale questo posto è la presenza massiccia di fumetterie, toys, giocattoli vintage e pupazzi di ogni tipo.
La cultura anime sembra avere preso il sopravvento in questo luogo e la mia amica Piera è uscita pazza, perché non ha trovato una crema decente che idratasse la sua pelle, ma è riuscita a portarsi a casa un bottino nerd superando nuovamente il limite del suo plafond.
Come ci siamo arrivati qui? Ovvio in treno. Però non sapendo quale prendere, perché provate voi a districarvi in quel cavolo di ginepraio che è la stazione di Shinjuku, abbiamo chiesto gentilmente a un passante.
“Ci scusi umilmente noi dovremmo andare a comprare una Nivea a Nakano Broadway, ma ci siamo persi”
“Tranquilli vi porto io”
È successo veramente. E io che pensavo che la gentilezza giapponese fosse solo una facciata. Il Signor Shige ha dirottato il suo pensiero ed è venuto con noi fino a Nakano Broadway. Non contento, ci ha chiesto quale negozio cercavamo e quella scellerata della Piera ha risposto: “Vorrei dei libri di illustrazione di Memole”.
Io mi sono commosso. (E ho tirato un calcio sugli stichi alla mia amica)
Non è molto semplice trovare i libri, sono tutti impilati e gli ideogrammi non aiutano.
“Gabry come si dice in giapponese Memole?”
“E che ne so, mica era mia sorella. Prova con Memol”
La cassiera come un robot è corsa nel piccolo magazzino ed è tornata magicamente con un libro vintage sulla famosa gnoma dai capelli viola.
“Gabry come si dice Creamy in giapponese?”
“Prova con Creamy”
La cassiera come un robot è corsa nel piccolo magazzino ed è tornata magicamente con un libro vintage sulla famosa cantante dai capelli viola.
“Ma sei bravissimo in giapponese!”
“Modestamente l’ho studiato alla Sorbona di Parigi”
“Allora ti sfido. Vorrei anche il libro di Evelyn, te la ricordi?”
“No!”
“Quella che si trasformava in una ragazza più grande”
“No!”
“Aveva un cane e tre tartarughine”
“Vabbè io vado a prendermi un the alla – PESCA*”
La cassiera come un robot è corsa sempre nel piccolo magazzino ed è tornata magicamente con un libro vintage di Evelyn.
“Gabry, ma come ha fatto?”
“Non lo so”
“Che sappia leggere il pensiero?”
“Impossibile. Io stavo pensando a della MELMA* fangosa pronta a travolgerti durante il tuo shopping”
La cassiera tutta di fretta è corsa di nuovo nel piccolo magazzino ed è ritornata con un libro d’illustrazione dei Magici Bon Bon di Lilly.
“Gabry, ma era quello che cercavo da anni!”
“Senti usciamo io ho paura”
I piani superiori di Nakano Broadway sono deliri e amarcord. Ad ogni metro senti dire “quello ce l’avevo” oppure “quanto lo vorrei”. Ci sono tutti i ricordi di quando eravate piccoli.
Le nostre madri dovevano avere qualche rapporto con questo luogo, perché tutti i giocattoli che hanno dato via o che hanno millantato di aver regalato al cuginetto sono qui.
Nakano Broadway è il posto dove i balocchi rinascono. E tu piangi perché alcuni costano un occhio della testa.
“Gabry non ho trovato la crema, ma ho dei bellissimi guanti a forma di zampa di gatto, una parrucca viola, dei soprammobili a forma di gatti che defecano, Heidi che corre in sottana , tutta la formazione dei Gatchaman e un piccolo Ataru abbracciato a Lamù”
“Mi sono voltato un attimo e hai speso tutto. Tu sei pazza! Ora come torniamo a casa?”
“Facciamo così, io mi vesto da Remì e tu fai la scimmia, magari qualche monetina la raccattiamo”
Questo luogo è un girone dell’inferno. Vetrine stracolme di sorprese ti promettono la giovinezza eterna.
Non c’è scampo al desiderio di possesso, come quel bento che mi sta guardando, ma come posso spendere 50 Euro per un contenitore di plastica vecchia con disegnato Bun Bun, il cane randagio e puzzolente. Meglio lasciarlo qui e cercare questo vestito da scimmia. In qualche modo dobbiamo pur tornare a casa.
Siamo arrivati a casa alle nove di sera. Affamati, stremati e pieni di sacchetti.
Ad accoglierci la nostra coinquilina alticcia, appena atterrata da Saipan:
“Ciao Davina, allora com’è andata in Cina?”
“Guarda che glielo devi dire in inglese”
“Guarda che capisce”
“Comunque volevo dirtelo. Saipan non è in Cina. È la maggiore delle isole Marianne. Un commonwealth statunitense…”
“Se vabbè e io sono Heather Parisi!”
Davina, la nostra coinquilina inglese, quando è ubriaca diventa chiacchierina.
“Gabry parlaci tu. Io intanto vado in bagno”
E così mi sono dovuto sorbire in inglese (sbiascicato) tutto il weekend d’amore che Davina ha fatto con il suo amante giapponese.
Che roba intrigante.
Mi ha mostrato anche la calamita che si sono comprati in segno di reciproca fedeltà: una palla trasparente con dentro dei delfini tutta tempestata di glitter e con la scritta Saipan finemente decorata con dei diamantini rosa.
Dev’essere un amore veramente prezioso!
“Che bello Davina, sono molto contento per te”
“Thanks my darling”
“Noi siamo stati a Kyoto e c’era Hello Kitty vestita con il Kimono”
“So Kawaii”
(dal bagno si sentiva Piera urlare – “Devi dirglielo in inglese!!!”)
“Poi siamo stati a Nara e c’erano un sacco di cervi”
“Deer”
“No, non la voglio la birra!”
(dal bagno si sentiva Piera urlare – “Ha detto cervi in inglese!!")
“E va bene! E poi c’era in autostrada Hello Kitty vestita da polipo…aspetta come si dice”
“i don't understand”
“Pussycat!!”
Viaggiare ti obbliga a sforzi con il corpo e con la mente, ma alla fine tutto diventa divertente. Perché il viaggio ha il potere di migliorare e di cercare nel tuo profondo quella parola che alla fine “rompe il ghiaccio”
“Piera puoi uscire dal bagno? Davina vuole mostrarmi la sua collezione di farfalle”
Gtvb
Per quelli che si stanno chiedendo come abbia fatto ad ordinare quei libri in negozio, vi svelo l’arcano.
Evelyn in Giappone è conosciuta con il nome di Pelsha*, mentre la protagonista dei “I Bon bon magici di Lilly” si chiama Melmo*.
La cassiera deve aver confuso le mie parole con una richiesta in giapponese maccheronico. :-P