Nel 1964 Yoshinori Sakai accendeva la fiamma delle Olimpiadi di Tokyo. Le Olimpiadi della rinascita e del miracolo economico. La fine della Seconda Guerra Mondiale aveva spazzato via futuro e certezze, ma il Giappone aveva dimostrato una forza inesauribile o come piace scrivere adesso: una profonda resilienza.
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Bisogna ripartire ahimè, giusto il tempo di lasciare un pezzettino di cuore a Sukagawa e bere un caffè in lattina di fianco a una Vending Machine per strada. Mi ero così abituato a questo clima da backstage di film di mostri, ma purtroppo le cose belle finiscono. In Giappone però c’è sempre una sorpresa dietro l’angolo.
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Uno dei luoghi più spirituali della città di Aizuwakamatsu è Limoriyama.: una collina dove i Byakkotai, l’esercito minorenne del padrone di Aizu, si suicidò in massa facendo seppuku. I ragazzini videro il castello bruciare e per l’imbarazzo e la vergogna di aver perso la guerra contro l’esercito imperiale s’infilarono un coltello nella pancia.
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Io sono affezionato a Pippo, il mio primo orsetto di peluche. È stato per anni l'eroe di casa. Mi proteggeva dall'uomo nero sotto il letto, dai mostri che vivevano nell'armadio e persino dai bulletti della scuola. Assomigliava vagamente a Pakkun, la mascotte di Paul e Nina, l'omonimo cartone animato che raccontava di due ragazzini che viaggiavano in un mondo parallelo.