La vita al Keio Plaza qui a Nishi-Shinjuku non è poi così male.
Posso scegliere fra una colazione internazionale proteica ed energizzante o una sofisticata e minimalista giapponese.
Se chiamo la signorina della reception risponde con mille moine, ho una vista meravigliosa, il minifrigo in camera e le lenzuola sanno di pulito.
Oggi però mi tocca fare la gita. Onitsuka Tiger mi ha regalato una scampagnata a Nikko.
Sveglia alle 6:45 con appuntamento alle 8 davanti alla Hall.
La guida appena mi vede mi attacca subito, senza salutarmi, un adesivo sulla giacca e mi raccomanda di non fumare, ma soprattutto di non cantare Azzurro di Adriano Celentano, perché al conducente dà molto fastidio. :-P
Partiamo da una stazione di Bus enorme, se perdi la tua guida rischi di finire in Hokkaido a fare il bagno con i macachi.
Ma parliamo di cose serie. La mia “Cicerona” è una signora di mezza età, dolce e gentile.
Si chiama Marie ed è entusiasta di portarci a Nikko. Sembra uscita da una foresta incantata. Ricorda un po’ Memole…diciamo la nonna di Memole. :-P
Durante il viaggio in autostrada non smette di parlare. Ci racconta qualsiasi cosa le venga in mente e nessuno riesce a starle dietro.
“Il 30% dei giapponesi soffre di allergia e al nord ci sono le scimmie che fanno le terme”.
Come se in Italia dicessero: “Il risotto giallo si fa con lo zafferano, Venezia con l’acqua alta è da vedere almeno una volta nella vita”
Marie però è ossessionata da una cosa sola: i sakura!
Ogni volta che ne vede uno inizia a urlare “Look Cherrrrrry Blossom!”
Tokyo e Nikko distano solo due ore. Passi dal delirio cosmico alla spiritualità assoluta.
Marie prima di farci scendere dal pullman ci da giusto due raccomandazioni.
“Ricordatevi che alle 14 si va a pranzo, ricordatevi che per pregare bisogna offrire 5 Yen, battere le mani e poi fare l’inchino, ricordatevi che non salirò i 200 scalini per venire al tempio, ho il nervo sciatico, ricordatevi di trattarmi come un’amica, non come una guida”
E ora chi mi spiega la storia di questa città?
Meno male che ho studiato.
Nikko è patrimonio dell’Unesco. Qui ci sono il mausoleo di Tokugawa Ieyasu, il ponte rosso Shinkyo e il santuario Toshogu, che con le sue decorazioni è considerato il più prestigioso di tutto il Giappone.
Puoi trovarci la neve ad Aprile e il suo Autunno è un’eterna danza fra il giallo e il rosso.
Ma io non riesco ad essere serio per più di due minuti. Perdonatemi
Un’anziana signora fashion mi vede da lontano e s’innamora perdutamente dei miei baffi.
È fantastica con il suo pellicciotto di lince, i leggins simil pelle, un cappello da montagna Chanel e la sua maglia trasparente che fa intravedere un piccolo seno cadente.
“Where are you from?”
“Milan”
“You are cool”
“Grazie mille Signora, molto gentile”
Già la amo!
“Visit Yokohama!”
“Ok. Cercherò di metterla nel mio itinerario”
“Listen Jazz?”
“Ogni tanto”
“
“Visit Hakone?”
“L’ho già vista”
“Come with me Onsen!”
“Guardi non voglio passare per maleducato, ma devo proprio declinare il suo invito”
“I like Prada”
“Non avevo dubbi!”
Qui sotto una sua foto di spalle.
La guida Marie cerca di farsi notare all’ingresso del grande complesso del santuario Toshogu, ma ormai tutti ci siamo dati alla macchia. Grida al vento “Look Cherry blossom” però nessuno l’ascolta. Poi fatemelo dire: è imbarazzante! Al posto della bandierina, ha una paperella di peluche impalata su un bastone.
Devo proteggere la spiritualità di Nikko.
Mi avvicino ad una signora giapponese che stringe in mano un libro. Dietro di lei ci sono 6 americani enormi che in silenzio ascoltano le sue parole.
Dice una leggenda che prima che le ultime gocce di pioggia tocchino terra, un arcobaleno si disegna nel cielo fino al ponte Shinkyo. Solo lo Shogun poteva attraversarlo. Un privilegiato.
Il ponte divide la foresta dalla strada per il santuario Toshogu.
Per arrivarci bisogna stordirsi in mezzo a dei tornanti circondati da cedri che profumano di corteccia bagnata. Alla fine della strada c'è una Pagoda di cinque piani con decori colorati e meravigliosamente intagliati. Cinque piani come gli elementi: l'acqua, il fuoco, la terra, l'aria e infine l'etere, il quinto elemento, il più astratto, quello che fonde tutti gli altri nella materia di cui è composto l'Universo.
Dietro la Pagoda ci sono dei gradini di pietra e un grande cancello. Il suo tetto nero protegge le statue delle divinità shintoiste dalla pioggia. Sono i guardiani dell'ingresso e del tempio. Dietro il cancello c'è una piazzetta di ciottoli accerchiata da una dozzina di lanterne di pietra.
Nella stalla del tempio c'è un cavallo sacro. La sua salute è nelle mani delle tre scimmie. Sapete perché sono considerate sagge? Perché non si lasciano contagiare dall'infelicità e sedurre dalla malvagità.
Si coprono orecchie, naso e bocca. Per non sentire il male, per non vedere il male e non parlare male. Questi sono i principi che accompagnano le fasi della vita: la leggerezza dell'infanzia, la fatica dell'età matura e la ricerca del senso della vita.
Gli otto pannelli della soffitta vi racconteranno la loro storia, che poi se ci pensate è anche un po' la vostra. Non volete vedere il male vero? Mi raccomando andateci.
Attraversate la porta Yomeimon e riempitevi gli occhi. Quando fu costruita era talmente bella che fu chiamata anche "Higurashi-no-mon" che suona un po’ come "Guardalo fino al tramonto e non averne abbastanza".
Trovate il drago dietro la porta e ascoltatelo singhiozzare, poi correte fino al tempio. Lavatevi le mani e la bocca secondo il rito e poi cercate il gatto che dorme sotto il cancello Sakashitamon. Dicono che quello sia lo spirito di Tokugawa. È per lui che è nato questo tempio.
La sua tomba si trova alla fine dei 200 scalini. Una tomba modesta, ma che racchiude un grande e potente uomo, simbolo del Giappone e di un'epoca che non c'è più.
Non correte, non c'è fretta. Tokugawa dorme da 400 anni.
"Ragazzo con i baffi ti sei perso?"
"No. È che la mia guida ha il nervo sciatico"
È così Nikko. Un arcobaleno spirituale, dove le scimmie ti danni consigli, i ponti sorridono e la natura ti entra nella vene.
Il mio incanto ahimè finisce subito al ristorante, dove Marie ci mette tutti in riga come in un collegio. Io finisco sfortunatamente di fianco a due italiani.
“Ragazzo sai come si mangia questo?”
“E’ riso signora!”
“E la zuppa? Non posso mangiarla con le bacchette”
“Beh deve mangiare le parti solide e poi bere il brodo”
“E se ci butto il riso?”
“Il riso è come il nostro pane”
“Ma come faccio la scarpetta?”
A Nikko c'è ancora l'èx ambasciata italiana sulle rive del lago Chuzen-ji Una villa concepita nel 1928 dall'architetto Antonin Raymond, famoso per aver costruito l'Imperial Hotel di Tokyo, il Music Hall di Gunma e la chiesa cattolica di Niigata.
I locali dicevano che la famiglia dell'ambasciatore non lasciava mai la residenza perché innamorata dei boschi e della vista dalle tre camere da letto al secondo piano.
Lascio Nikko alle sei del pomeriggio. Ci siamo amati solo per un giorno, con tutte le precauzioni possibili. Il ponte Shinkyo mi strizza l’occhio. È una foto obbligatoria da fare. Il suo rosso è una calamita per i cellulari. Sempre la stessa prospettiva. Ma sapete cosa è costretto a vedere tutti i giorni?
Un altro ponte di modesta fattura, un vecchio palazzo, orde di pullman e auto che sgasano sul suo rosso scarlatto.
Tokugawa non l’avrebbe permesso.
Gtvb
Foto Cover: @Giapponetvb
Immagini ponte Shinkyo: @Sailorluchia ©