Io e la mia amica Piera pensavamo che vivere un Giappone fosse una passeggiata.
Col piffero!
Ecco una storia di confronti e disagio sociale.
Mica si vive di solo turismo!
Buona lettura!
I nostri cuscini sono terribilmente fastidiosi: il mio è imbottito con garze mediche e scarabei, quello della Piera con smarties e termiti della Nuova Guinea.
Si muovono da soli, sono pieni di grumi, sembra di dormire sopra un sacchetto della spazzatura.
Sta di fatto che tutte le mattine il mio cuscino lo ritrovo per terra e la mia cervicale ne risente.
Quando facciamo colazione di solito guardiamo i cartoni animati, il telegiornale e un po’ di Mtv
Ogni tanto si gira sui programmi normali, tipo “Uno mattina” e “Chi vuol essere più pirla”, ma non sono molto divertenti. La comicità giapponese è un po’ ferma agli anni 80. Forse noi non la capiamo, ma piuttosto che stare ad ascoltare i discorsi prolissi del mio coinquilino preferirei guardarmi una maratona di “Giochi senza frontiere” giapponese con i sottotitoli in cinese.
Quante volte vi ho già detto che il mio coinquilino americano è pesante?
Io e la Piera vorremmo uscire anche di sera, siamo qui da settimane, ma non facciamo altro che vagare come due zombie per templi, negozi e quartieri affollati.
Forse è ora di esplorare la Tokyo night, forse è ora di perdersi in qualche locale malfamato, forse è ora di… muoversi che è tardi!!!!!! Esci dal bagno Piera!
Qui in Giappone pare esistano i ladri di biancheria intima. Me l’ha detto la mia amica Alice.
Una sua compagna di corso si è ritrovata lo stendino vuoto, che era appeso fuori dalla finestra in bella vista. Anche tu signorina, vieni nel paese più bizzarro del mondo e ti stupisci di queste cose?
Io ad esempio ho scoperto che il mio vicino di casa è ossessionato dai tombini. Non so per quale motivo riesco a connettermi al suo computer. Sta di fatto che vedo tutte le sue foto, nulla di pornografico, solo lui con dei tombini. Ogni volta che lo vedo uscire dalla porta me lo immagino mentre lecca i chiusini della fogna con gli occhi a cuore.
Oggi pomeriggio abbiamo un incontro molto importante, dobbiamo conoscere il fidanzato di Vicky, l’insegnante di italiano di Mia San. Siamo stati scelti come giudici. Se non passerà il nostro esame verrà deportato in Alaska a testare i nuovi gusti dei Polaretti.
Siamo arrivati all’appuntamento in anticipo di 10 minuti, precisi come i treni giapponesi.
Vicky e il suo fidanzato ci stavano già aspettando davanti alla casetta della polizia, che sembra più la cuccia della Pimpa che un commissariato di zona.
“Piacere io sono Shun”
È molto giovane, forse a Vicky piacciono i toy boy.
“Piera hai capito come si chiama?”
“P: “Sean”
Se vabbè.
“Ciao…Sciù…parli italiano molto bene, dove lo hai imparato?”
“Da muratore in Italia”
La Piera lo ha guardato come se fosse un alieno, perché essendo borghese di razza padrona non ha mai incontrato muratori e affini. Per lei sono essere mitologici, per lei i palazzi vengono costruiti dagli Unicorni, per lei non esiste la classe sociale media.
“Bene Sciù. Molto piacere. Io sono Gabriele e lei è la mia amica Piera”
“Piacere Gaburiere”
“Con la L”
“GabLuLieLe”
“Facciamo che va bene Gabu”
Shun viene da un paese della prefettura di Gunma, secondo Vicky è un po’ contadinotto nel senso buono della parola. Non ha mai manifestato con lei vogliose passioni maschili, non l’ha mai “presa” come uno stallone in calore, pare che non l’abbia mai baciata con la lingua.
E io non ho capito cosa voglia da noi. Mica siamo sessuologi.
Mentre io e la Piera cercavamo di capire da dove producesse il testosterone, Vicky cercava di sedurlo davanti a noi.
Questo il loro dialogo, sensuale come sbattere un mignolo nell’angolo del letto.
“Shun vuoi venire in camera con me che devo cambiarmi?”
“Preferisco stare qui con i tuoi ospiti”
“Io dovrei stirare delle mutande”
“Ok. Io ti aspetto con tuoi ospiti”
“Non riesco ad allacciarmi il reggiseno”
“Non metterlo”
Come vorrei scomparire. Ci sono tante cose da vedere in Giappone e io sono qui sperando che a questo scatti l’ormone.
Volevo tanto andare a Shirakawa-go e dormire in un Gassho-zukuri, scalare il Monte Fuji con un piede solo, buttarmi dentro i vortici di Naruto e invece mi tocca aspettare che a questo scendano i testicoli.
Quasi quasi vado a fumare. Qui tira aria brutta.
Il giardino di Vicky è grande come uno zerbino. I suoi vicini sono abbastanza giovani, molto carini e con il pollice verde.
A me piace osservare le persone, guardarle lavorare, inventare i loro pensieri.
Poi uno di loro ha iniziato a scoreggiare, ma delle scoregge piccole. La moglie lo ha guardato e ha iniziato a ridere.
Sicuramente era un richiamo amoroso. Adesso rientro in casa ed insegno questa tecnica di seduzione giapponese a Shun.
Ma di Shun nessuna traccia. Vuoi vedere che stanno facendo “Sex & Zen” al piano di sopra?
Figurati! Era in bagno.
“Voi finito di fumare?”
“Sì…”
“Volete fare un giro?”
“No! Voglio sapere dov’è Vicky?”
“Ho salito e stava stirando”
“Ho salito?”
“Sì…”
Non mi abituerò mai. Da quando sono in Giappone parlo senza articoli e con tutti i verbi al presente.
“Se vai a chiamare Vicky, che sicuramente è di sopra che sta provando delle lingerie sexy, potremmo andare a fare un aperitivo, che non so se si usa qui in Giappone, ma se per caso avesse bisogno di qualcuno che l’aiuti con la zip dei pantaloni…che ne so…dai Shun vai a chiamarla!
“Preferisco aspettare qui!”
“Magari è riversa per terra con una tetta di fuori e ha bisogno della respirazione a bocca a bocca”
“Non credo. Non ti va di fare conversazione in Italiano?”
Niente io questo lo boccio! Manco un gesto romantico, che ne so lavare i piatti, strappare un fiore dal giardino, correre al supermercato a comprare due pasticcini. Niente è un’ameba!
“Cosa ti piace del Giappone?”
Che palle, sempre la stessa domanda. Ora cerco di alzare il livello culturale. Vediamo, fammi pensare…
“Il cinema!”
Che cazzo ho detto!?
“Che film?”
“Vacanze di natale a Tokyo!”
“?????”
“Scherzavo! Sai, non arrivano molti film in Italia, allora ogni tanto me li compro in giapponese coi sottotitoli. Però mi piacciono i classici come Kurosawa, Kitano”
“Kurosawa bravo, ha fatto un film che mi piace molto, s’intitola xxxxxxx. Conosci?”
“????????”
“È molto simile a quello di Pulp Fiction… Come si chiama?”
“Quentin Tarantino”
“Bravo sì lui, però Kurosawa ha fatto prima di lui questo film, è bello.”
“Sarà splatter, è un po’ trash…”
“Sì, film strano, parla di un ragazzo che gli manca qualche rotella e tutti i giorni fa finta di guidare il treno e di fare il capostazione.”
“Che trama avvincente”
“Ma fa per finta, non davvero.”
“Ho capito”
“Comunque a me dell’Italia mi fa strano quelli che puliscono ai semafori. Qui non ci sono. E poi voi buttate le sigarette per terra, ma quello dei semafori non le raccoglie”
Cristo! Shun, Sean o come cavolo ti chiami, io ho perso una giornata per testare la tua mascolinità, adesso dovrò dire alla mia amica Vicky di abbandonarti davanti a una chiesa o meglio in una tangenziale. Mi dispiace di non essere diventato tuo amico, ci ho provato, ma niente, non è scattata quella scintilla. Purtroppo dovrò bocciarti all’esame di “fidanzato dell’anno”.
Il voto è questo: il ragazzo pur avendo una certa prestanza fisica dovuta alla manovalanza, non ha doti spigliate, non si applica e non cerca il confronto con il genere femminile. Si consiglia alla famiglia una visita da un urologo specializzato e due tre ormoni dopo i pasti.
Gtvb
Secondo è colpa delle ciabatte, che rendono tutto così poco sexy.